lunedì 9 gennaio 2017

La casa per bambini speciali di Miss Peregrine di Ransom Riggs


Titolo: La casa per bambini speciali di Miss Peregrine
Autore: Ransom Riggs
Titolo originale: Miss Peregrine's home for peculiar children
Traduzione: Ilaria Katerinov
Editore: Rizzoli
Collana: Rizzoli Best
Pagine: 378
Prezzo: 18,50€
Formato: copertina rigida
Anno 1ª edizione originale: 2011
Anno 1ª edizione italiana: 2011
Genere: fantasy
Codice ISBN: 978-88-17-05386-0

Trama: Quali mostri popolano gli incubi del nonno di Jacob, unico sopravvissuto allo sterminio della sua famiglia di ebrei polacchi? Sono la trasfigurazione della ferocia nazista? Oppure sono qualcosa d'altro, e di tuttora presente, in grado di colpire ancora? Quando la tragedia si abbatte sulla sua famiglia, Jacob decide di attraversare l'oceano per scoprire il segreto racchiuso tra le mura della casa in cui, decenni prima, avevano trovato rifugio il nonno Abraham e altri piccoli orfani scampati all'orrore della Seconda guerra mondiale. Soltanto in quelle stanze abbandonate e in rovina, rovistando nei bauli pieni di polvere e dei detriti di vite lontane, Jacob potrà stabilire se i ricordi del nonno, traboccanti di avventure, di magia e di mistero, erano solo invenzioni buone a turbare i suoi sogni notturni. O se, invece, contenevano almeno un granello di verità, come sembra testimoniare la strana collezione di fotografie d'epoca che Abraham custodiva gelosamente. Possibile che i bambini e i ragazzi ritratti in quelle fotografie ingiallite, bizzarre e non di rado inquietanti, fossero davvero, come il nonno sosteneva, speciali, dotati di poteri straordinari, forse pericolosi? Possibile che quei bambini siano ancora vivi, e che - protetti, ma ancora per poco, dalla curiosità del mondo e dallo scorrere del tempo - si preparino a fronteggiare una minaccia oscura e molto più grande di loro?
(dal risvolto di copertina)

Giudizio personale: questa è la prima recensione che faccio dopo molto tempo, dopo anni direi. Per me quindi non è facile, non so nemmeno se sono ancora capace di farne di recensioni. Ma ci proviamo e vedremo cosa salterà fuori. Abbiate quindi un po' di pazienza.
Questo è uno di quei libri acquistati con impulsività, dopo averne letto recensioni meravigliose ed entusiastiche, e che poi è rimasto sepolto nella mia libreria per almeno tre anni ad accumulare polvere. Quando però, poco tempo fa, ho visto il trailer della sua trasposizione cinematografica realizzata da Tim Burton non sono più stata capace di rimandarne la lettura. 
Come però spesso accade, quando si hanno delle aspettative molto alte il rischio che queste vengano deluse è elevato, molto elevato. E questo, purtroppo, ne è l'esempio lampante. Questo romanzo infatti non mi ha convinto per niente, o meglio mi è piaciuto ma non quanto mi aspettassi. 
Ma andiamo con ordine. Primo capitolo di una trilogia, questo romanzo narra le vicende di Jacob, adolescente americano con un bellissimo rapporto con il nonno Abraham. Un nonno sprint che per tutta la vita gli ha raccontato storie fantastiche relative alla sua infanzia e alla sua gioventù. Storie di guerra, infatti Abraham è un sopravvissuto della seconda guerra mondiale (guerra in cui ha visto sterminare tutta la sua famiglia dai nazisti), e storie di esseri fantastici e di mostri. Un giorno, però, il nonno muore in circostanze molto misteriose. Jacob è convinto di averlo visto morire per mano di un mostro famelico, dalle fauci spaventose. Quando cerca di raccontarlo alla sua famiglia nessuno gli crede, ma anzi sono tutti convinti che le storie che per anni gli sono state raccontate abbiano fatto solo danni, alimentando in lui la difficoltà a distinguere fra realtà e fantasia. Ma grazie all'appoggio dello psicologo che lo segue, Jacob riesce a convincere suo padre a partire alla volta del Galles, verso una piccola isoletta dimenticata dal mondo sulla quale Abraham passò gran parte della sua adolescenza e nella quale affondano le radici tutte le sue storie. Non voglio raccontarvi di più per non rovinarvi la lettura, perché tutto ciò che viene dopo è una scoperta continua.
Questo romanzo è oggettivamente ben scritto, non ha pretese da premio Pulitzer certo, ma si fa leggere bene, è scorrevole e abbastanza coinvolgente. Perché allora non sono entusiasta? Perché alla fine, in questo libro, non ho trovato niente di veramente nuovo. Ci sono tante cose che ricordano altre storie, altri romanzi o fumetti. Ad esempio sono davvero molte le similitudini con gli X-Men della Marvel: una scuola per ragazzi "speciali", i ragazzi speciali ovviamente, la tipologia di scontro fra buoni e cattivi. Insomma nulla di nuovo. È anche vero che il target del romanzo è molto lontano da me. È evidentemente un libro dedicato a un pubblico più giovane, tardo adolescenza mi verrebbe da dire, e  agli amanti del genere fantasy. Io ho abbondantemente superato i 30 e il fantasy non è sicuramente fra i miei  generi letterari preferiti (per quanto mi piaccia), vien da sé che il mio apprezzamento difficilmente avrebbe potuto raggiungere picchi elevati. Non so, c'è qualcosa che mi lascia perplessa e la cosa strana è che non sono in grado di identificarla con precisione. Qualcosa per cui non mi sono sentita immersa completamente nella storia, rapita dalle avventure di Jacob e compagni. Avventure che, ammetto, restano piacevoli e intriganti, ma sempre con un qualcosa fuori sincrono, non so come spiegarlo. Mi riservo però di dare un giudizio più completo e articolato quando avrò letto i successivi due libri a completamento della trilogia (entrambi editi sempre da Rizzoli).
Una cosa però assolutamente meravigliosa c'è: la grafica del libro. Bellissima e accattivante. Mi sembrava di leggere un romanzo di altri tempi; sapete quelli di una volta, rivestiti e rifiniti elegantemente  e con cura? Ecco, questo libro è così: esteticamente perfetto.
Voto: 6,5

Citazione: "Quand'ero bambino, le sue storie fantastiche mi dicevano che una vita magica era possibile. Anche dopo aver smesso di crederci, percepivo ancora qualcosa di magico in lui. Avere sopportato quegli orrori, aver visto il lato peggiore dell'umanità e ritrovarsi con una vita irriconoscibile, e nonostante questo restare la persona perbene e buona e coraggiosa che conoscevo. Si, quella era magia. Quindi no, non gli avrei dato del bugiardo, del traditore o del cattivo padre. Perché se lui non era un uomo per bene, forse nessun altro poteva esserlo."

Colonna sonora: Running up that hill dei Placebo


Stay Bookish!


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