sabato 21 gennaio 2017

Dallo scudetto ad Auschwitz di Matteo Marani

Titolo: Dallo scudetto ad Auschwitz
Autore: Matteo Marani
Editore: Aliberti (ora pubblicato da Imprimatur)
Pagine: 221
Prezzo: 9,90€
Formato: brossura
Anno 1ª edizione: 2007
Genere: Storia, biografia
Codice ISBN: 978-88-7424-862-9

Il libro: Non lo sapeva nemmeno Enzo Biagi, bolognese e tifoso del Bologna. "Mi sembra si chiamasse Weisz, era molto bravo ma anche ebreo e chi sa come è finito" ha scritto in "Novant'anni di emozioni". È finito ad Auschwitz, è morto la mattina del 31 gennaio 1944. Il 5 ottobre 1942 erano entrati nella camera a gas sua moglie Elena e i suoi figli Roberto e Clara, dodici e otto anni. Questa è la risposta, documentata, di Matteo Marani, bolognese, giornalista e storico appassionato. Tre anni di ricerca scrupolosa e insieme ossessiva, perché gli pareva di inseguire un fantasma. Dallo scudetto ad Auschwitz ricostruisce in modo pertinente la storia di Arpad Weisz, vincitore di quattro scudetti tra il 1930 e 1938.


Giudizio personale
Manca ormai meno di una settimana al 27 gennaio, giornata della Memoria. Ho pensato così, in questi pochi giorni che ci separano da quella data di consigliarvi la lettura di due libri che trattano il tema dell'Olocausto in modi molto diversi ma secondo me molto ficcanti. Il primo libro di cui vi parlo è appunto questo Dallo scudetto ad Auschwitz. L'ho scoperto per via della mia passione fuori misura per il Bologna Calcio. Sì perché, proprio durante una trasmissione sportiva di una rete locale, Matteo Marani (giornalista bolognesissimo, ex direttore del Guerin Sportivo e attuale vice direttore di Sky Sport 24) stava raccontando la storia di Arpad Weisz, allenatore del Bologna degli anni '30 nonché vincitore di tre scudetti (due con il Bologna e uno con l'Ambrosiana, l'attuale Inter). E questo libro parla proprio di lui, di Arpad Weisz, un uomo per bene, un professionista serio dedito al lavoro e alla famiglia, rispettato da tutti, temuto dagli avversari e celebrato dai tifosi. Un brav'uomo la cui unica colpa fu quella di avere origini ebree. Dopo aver vinto tutto il vincibile, dopo aver conquistato il rispetto di tutti accadde qualcosa. Nel 1938 in Italia vengono promulgate le leggi razziali. Leggi che rendono Weisz e tutti gli ebrei cittadini di serie B. Arpad Weisz si ritrova così dalle stelle alle stalle. Improvvisamente la gente non vuole più lavorare con lui, non vuole farsi vedere con lui, non vuole intrattenere rapporti con lui;  così prima è costretto a lasciare il lavoro, poi ad abbandonare l'Italia. Nel 1939, infatti, parte con moglie e figli alla volta di Parigi in cerca di un po' di serenità. Ma anche Parigi non è un posto sicuro per un ebreo e così parte ancora, questa volta verso l'Olanda. Sarà qui, nel 1942 in seguito all'occupazione nazista, che sarà catturato con la famiglia e portato ad Auschwitz, dove moriranno due anni dopo. La ricostruzione storica di Marani è impeccabile. Un lavoro certosino durato anni per donare al mondo il racconto di un uomo a lungo dimenticato, celebrato prima e abbandonato poi. Una storia di sport, dedizione, amore e morte. Una storia che colpisce dritta al cuore.
Perché ho deciso di consigliarvi questo libro? Perché è la storia di un uomo, ma è la storia di tante persone. Persone oneste, padri e madri di famiglia, lavoratori, insomma esseri umani, improvvisamente etichettati, additati come scarti della società. Non più uomini e donne, ma spazzatura. Quanti Arpad Weisz ci saranno stati in Italia? In Europa? Persone tradite da amici e conoscenti, rinnegati da un Paese che non li vuole più e li consegna, di fatto, nelle mani del loro carnefice. Ho deciso di parlarvi di questo libro perché è bene non dimenticare mai quello che anche questo paese è stato. Becero, violento, razzista, feroce e perfido. Perché troppe volte ho sentito rivisitazioni storiche secondo cui i cattivi erano solo i tedeschi. No, non è così. Non dimentichiamocelo.
Voto: 9

Colonna sonora: Auschwitz di Francesco Guccini
Consigliato: a tutti, in particolare ai più giovani. Che la storia possa insegnarci qualcosa.

Stay Bookish!


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